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Donatella Nannipieri

La vita

Donatella Nannipieri è nata a Pisa dove si è laureata in Lettere moderne con indirizzo storico artistico. Ha approfondito i temi della conservazione lavorando come restauratrice di affreschi e sculture dal 1979 al 1987 presso la Soprintendenza di Pisa.

Dal 1986 vive a Livorno dove ha insegnato Storia dell’arte nella scuola secondaria superiore. Lo studio della storia dell’arte si è concretizzato anche nella sperimentazione diretta delle attività artistiche, in particolare nella lavorazione dell’argilla presso lo studio-laboratorio tenuto dal padre Dino a Cascina.

Dal 2021 modella ed espone le sue opere presso l’Associazione artistica culturale Rodocò a Livorno.

Dal 2002 ha partecipato a mostre personali e collettive a Cascina, Pisa, Lucca e Livorno.

Le muse di Donatella

Ci piace credere che nel 1959, quando Dino Nannipieri e Floriana Taliani decisero di dare il nome alla loro primogenita, scelsero quello di Donatella perché evocava il grande genio della scultura del Quattrocento fiorentino, Donato di Niccolò di Betto Bardi, noto come Donatello.  In quel periodo, Dino, che si era formato presso l’Istituto di Cascina e il Magistero di Firenze a contatto con importanti maestri come Luchini, Pulcinelli e Innocenti, si era accostato alla ceramica smaltata policroma che caratterizzerà una parte della sua produzione artistica fino alla sua scomparsa, avvenuta nel 1995.                                   

Nella bottega paterna, Donatella, fin da piccola, ha visto il padre lavorare la creta trasformandola in figure per lo più femminili e di varie dimensioni. E’ stato del tutto naturale iniziare a giocare con quel materiale per formare oggetti che con il tempo si sono trasformati in ragazze e donne mature, riflessive o intente ad una attività, sedute o sdraiate. Non è difficile risalire ai percorsi stilistici del padre, da Bonanno a Giovanni Pisano, da Desiderio da Settignano ai Della Robbia a Donatello.

La tradizione toscana della terracotta ha radici lontane e nelle sue opere Donatella risale all’iconografia e alle forme dei manufatti etruschi e anche ellenistici, come le “Tanagrine”, statuette fittili policrome colte in momenti di intima quotidianità. C’è la cultura classicheggiante, forse mediata attraverso lo studio delle opere di Marino Marini, Arturo Martini, Emilio Greco, Manzù e Amalia Ciardi Duprè. Alla statuaria lignea Medievale e rinascimentale sono riconducibili una serie di figure stanti, volutamente immobili ma dagli sguardi intensi, come le Madonne intagliate da maestri non sempre noti e che hanno ornato gli altari delle nostre chiese. Il rosso della terracotta, talvolta patinata, dorata o smaltata, crea il caldo tono che anima l’affollato Parnaso nella bottega che Donatella ha ereditato dal padre: qui le muse vedono la loro nascita e la loro realizzazione dalle sapienti mani fecondatrici della scultrice.

                                                          Claudio Casini, S.Frediano a Settimo, 24 Maggio 2009